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Graduale Polyphonicum Graduale Polyphonicum
Il Graduale Polyphonicum, nel solco della continuità con la riforma liturgica voluta dal Concilio vaticano II, si propone di tornare a dar voce e musica al proprium Missæ. Nell’Opera, infatti, che segue la scansione di ciascun tempo liturgico vengono riportate le antifone d’introito, di offertorio e di comunione prescritte dal Messale Romano per ogni domenica, festa o solennità. I brani sono riportati sia in lingua latina che in lingua italiana: la versione latina degli stessi presenta l’insuperata lezione gregoriana tetragrammatica così come riportata dal Graduale Romanum e la relativa trascrizione pentagrammatica, per poi lasciare spazio ad una nuova veste polifonica, approntata dal m° Bacchiega, il quale ha curato anche l’elaborazione polifonica in lingua italiana degli stessi componimenti. A questi si affiancano le nuove antifone proposte dalla Conferenza Episcopale Italiana -fino ad oggi riportate nel Messale Romano ma mai musicate-, i Salmi Responsoriali, i Versetti Alleluiatici -entrambi secondo la modulazione ABC dei Nuovi Lezionari- e l’elaborazione di alcuni brani tradizionali per il tempo liturgico in quesitone, oltreché della relativa antifona mariana. Ogni sezione musicale è puntualmente preceduta da un commento teologico curato dal prof. Salemme con l’intento di far emergere il significato specifico e le caratteristiche di ciascuna liturgia, alla luce delle antifone che vengono riproposte, con veste rinnovata, all’assemblea celebrante.
Questo è il cuore del tentativo musicale che si presenta: tentativo che concede il ruolo di debito rilievo alla veneranda tradizione gregoriana, dalla quale mutua -non senza una timorosa reverenza- la denominazione di Graduale, il meraviglioso e monumentale strumento che l’anonimo zelo monastico compilò a beneficio di tutta la Chiesa orante. Nel riportare le parti del Graduale Romanum si è scelto di presentare una trascrizione pentagrammatica e non neumatica, con la speranza di allargarne l’ambito dei capacitati alla fruizione anziché di tradirne la ricchezza semiologica; si è scelto di tradurre in lingua corrente il testo dei componimenti, dando vita ad una ricchezza compositiva che proporrà lo stesso brano antifonale, sia esso d’introito, di offertorio o di comunione: in latino, con scrittura gregoriana in tetragramma; in latino, con trasposizione gregoriana in pentagramma; in latino, in elaborazione polifonica; in italiano, sempre in elaborazione polifonica. Per quanto concerne i Salmi Responsoriali e le antifone alleluiatiche,l’ampia libertà che l’Ordinamento delle Letture della Messa concede all’assemblea celebrante è canalizzata in due direzioni: la prima vede la riproposizione fedele di quanto indicato nel Lezionario, una formulazione salmodica con ritornello che accosta ad ogni elaborazione del ritornello un tono salmodico desunto dall’immenso tesoro della salmodia gregoriana; la seconda è una riproposizione della formulazione responsoriale del salmo che vorrebbe ispirarsi all’autorevole paradigma del Responsorium Graduale, cioè una modulazione in directum dello stesso salmo, poco esperita ma non per questo da ritenersi abusiva nella liturgia romana. Al Vangelo, inoltre, viene proposta affianco ai versetti proprî che la riforma liturgica ha introdotto in ciclo ternario, un’elaborazione dell’immutato Tractus latino, altro prezioso proprio del patrimonio gregoriano.
Il progetto, tanto ambizioso da rischiare di sembrare altisonante, in verità presenta una musicalità fresca e godibile, rispettosa delle armoniche coloriture neumatiche ed imbevuta del senso del mistero che invita la fede a sperimentar sé stessa nel canto come esuberanza di gioia, di amore, di fiduciosa attesa dell’intervento salvifico di Dio. Il sussidio, che ha visto l’edizione dei volumi dedicati ai tempi d’Avvento (Graduale Polyphonicum I – prefazione del card. A. Comastri, introduzione di mons. V. De Gregorio e con un contributo di mons. V. Miserachs) e di Natale (Graduale Polyphonicum II A – prefazione del card. A. Comastri, introduzione di mons. V. De Gregorio e con un contributo di don L.M. Epicoco; Graduale Polyphonicum II B – prefazione del card. A. Comastri, introduzione di mons. V. De Gregorio e con un contributo di A. Jori; Graduale Polyphonicum II C – prefazione del card. A. Comastri, introduzione di mons. V. De Gregorio e con un contributo di N. Samale) vorrebbe essere uno strumento tanto per le venerande scholæ cantorumalle quali è affidato il canto delle celebrazioni capitolari basilicali, quanto per le non meno encomiabili realtà corali che abitano e promuovono lo splendore liturgico nelle parrocchie, spesso tra tante difficoltà e pochi apprezzamenti. Tanto per le prime, quanto per le seconde i mottetti polifonici proposti potranno fungere da ripresa tematica o da abbinato contrappunto per gli specifici tempi che scandiscono la liturgia, nella certezza che esse sapranno coinvolgere nella lode l’intera assemblea celebrante, chiamata ad intervenire nelle parti a questa più consone ed appositamente musicate.
Non si tratta, dunque, una raccolta di canti sacri ispirati da una devozione particolare o da un determinato carisma, ma una debita riscoperta di un sopito, comune e cattolico tesoro liturgico che vuol presentarsi come accrescimento del repertorio di composizioni che siano degne dell’altezza dei misteri celebrati e, al tempo stesso, adatte alla sensibilità odierna. Ringraziando anticipatamente quanti vorranno spendere del tempo e lasciarsi guidare nella preghiera da queste note e queste righe -come pure coloro che penseranno di far cosa giusta nel criticare intelligentemente questo progetto-, ecco che un dono vien fatto alla Chiesa con l’intento di additare un sentiero capace di congiungere la santità della vita con la santità dell’arte più arcana: la musica.
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